Le nuove frontiere dell'emo miscelate con uno shoegaze dosato saggiamente a pillole, roba da far lacrimare anche i cuori più duri.
Scrollarsi di dosso il passato. Ricominciare. Chiudere in una scatola ciò che è stato e ciò che poteva essere. Sbarazzarsene per sempre. Abbandonare i ricordi e lasciare che sbiadiscano in una soffitta umida e buia. Dimenticare.
"Leavers" è il disco d'esordio dei Regarde, band vicentina al primo full-lenght dopo l'episodio di "Perspectives", ep pubblicato nel 2015. Il nuovo diamante grezzo targato V4V esplora in un lungo viaggio le nuove frontiere dell'emo miscelandole con uno shoegaze dosato saggiamente a pillole, roba da far lacrimare anche i cuori più duri.
L'inizio chitarra e voce di "Never Said" è tutto un programma, che lascia rapidamente spazio alla durezza sonora dal tipico marchio a stelle e strisce. Solo una fiamma, destinata a estinguersi rapidamente nella merivigliosa "Closer", pezzo-capolavoro del disco: la melodia raffinata e la linea vocale sublime dipingono un quadro glaciale, uno specchio musicale fragile che va in frantumi dentro il nostro stomaco, di cui possiamo solo raccogliere i pezzi. "Last Summer" è l'episodio punk-rock del disco, a smorzare leggermente il mood tristone in cui ci eravamo infiliati, pur mantenendo i suoi bei tratti malinconici.
A rimettere le cose sui binari giusti ci pensa "Patterns", un altro pezzo che alza l'asticella verso un livello di maturità sonora per una band che pare suoni insieme da almeno dieci anni. "Quiet And Keen" è la conferma che siamo di fronte ad un esordio di portata notevole, la ritmica impatta alla grande sull'ascolto generale, la linea vocale è sempre perfetta a trascinare il pezzo in territori deserti e meravigliosi, che possono essere paesaggi nordici o spiagge desolate di un mattino di mezzo autunno. L'energia e le chitarre graffianti di "Relieve-Define" e di "Regrets" sono piazzate al momento giusto dell'ascolto, prima di lasciare spazio alla trascinante "Midwest", brano in grado di muoversi anche su atmosfere più pop-rock, tra riffoni orecchiabili e power-chord vecchio stampo. "Never Shared" conferma quest'ultima tesi prima di lasciare spazio alla chiusura affidata a "Blurred Boy", brano che fa riemergere tutta la nostalgia post-adolescenziale che pensavamo di aver riposto in un luogo dell'anima sicuro, chiusa con un lucchetto di cui avevamo buttato la chiave.
"Leavers" è un esordio sorprendente per questa band che dimostra una maturità artistica eccelsa e un sound di cui si sentono già decisamente padroni. Le pagine introspettive e malinconiche scorrono via più lentamente di quella che è la durata effettiva di questi dieci pezzi, scavano prepotentemente dentro chi ascolta e la musica altro non è che una medicina, in grado di alleviare il dolore man mano che lo si sente crescere dentro, fino a rimettere tutto sulla strada giusta. Fino a ritrovare se stessi.
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La recensione Leavers di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-10-10 09:00:00
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