Tutti odiamo i lunedì, ciclicamente ogni sette giorni si sprecano meme e parole di disprezzo per i giorni in cui la tristezza raggiunge picchi inimmaginabili. L'inizio del nuovo anno porta invece con sé un'aura positiva fatta di buoni propositi e nuovi orizzonti da scoprire. Il nuovo lavoro del cantautore lombardo Luca Milano aka Qualunque è tutto questo: è il primo lunedi dell'anno, è il disagio generazionale misto ad una flebile ma viva speranza, è la vita vissuta che lascia l'amaro in bocca come il cynar, ma ancora capace di riservare qualche piccolo momeno di tenerezza “quando mi immergo sotto la tua maglietta e non ci penso più”.
Quattro canzoni dai suoni essenziali, ma molto curati, in cui le chitarre non rinunciano a qualche momento più esplosivo,che richiama un attitudine rock capace di sottolineare e rafforzare i momenti salienti; insieme alla batteria precisa e incisiva ricreano e riportano l'ascoltatore ad un mood generale legato a stretto giro agli anni '90. Nessuna particolare innovazione stilistica o colpo di scena, ma precisione e attenzione per i piccoli ed essenzali dettagli.
Qualunque è uno spauracchio dietro al quale si cela un non essere, e in quanto tale finisce per rappresentare un po' tutti noi, che ci lamentiamo della realtà che ci circonda, con uno sguardo generazionele che ripesca i tratti distintivi di un immaginario emo, disincantato e forse anche un po' dinoccolato. Lo stile asciutto, senza fronzoli da foto stropicciata e sbiadita nella tasca di un jeans, rafforza questo sentire che fa dell'unserstatment un vanto, risultanto onesto e sincero. Una voce controccorrente, in un momento in cui la ricchezza e ridondanza di suoni e riferimenti passati sembra essere l'unica via per raccontare la modernità.
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