Un buon esperimento questo debutto di FHold, che tra indie, pop e rap decide di soddisfare tutte le orecchie negli otto pezzi di “Rumore di fondo”
FHold, al secolo Francesco Pedretti, è un rapper, cantautore e produttore in bilico tra il pop, l’indie e il rap. In questi otto pezzi che compongono “Rumore di fondo”, un progetto eterogeneo e di influenze tra loro molto diverse, la scrittura sia in italiano che in inglese si fonde con diverse ispirazioni sonore che andranno a soddisfare un po’ tutti i tipi di orecchie.
I temi ruotano senza dubbio intorno alla vita personale dell’artista, alle sensazioni, alle emozioni, alle cose di tutti i giorni, dall’amore ai desideri per il futuro. Ogni argomento va a incastrarsi su una rosa di ritmi: probabilmente, a pelle, in questo progetto funziona di più l’approccio di sfumatura indie rispetto al rap, così come la scelta dell’inglese rispetto all’italiano, quest’ultimo forse un po’ più debole dal punto di vista della costruzione metrica, di messaggio e senso del testo (anche se più semplice è, più indie è). In alcuni testi rappati, la voce fa un po’ di fatica ad andare a seguire il beat, alcune pause a gusto prettamente personale non rendono giustizia al brano, ma nel complesso non risultano sgradevoli.
Brani come “Crossfires”, “Supernova” e “From The Outside”, presi ognuno per la sua differente natura, sono invece un buon esperimento: l’inglese rende molto più leggero l’ascolto soprattutto quando il ritornello è melodico.
Il primo album realizzato da questo artista lombardo si pone su un livello piuttosto buono, considerati i relativamente pochi anni di esperienza nella musica. Le autoproduzioni sono curate e l’idea di per sé è originale: bisognerà capire in futuro se concentrarsi su un solo genere o proseguire con lo studio delle diverse atmosfere sonore.
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La recensione Rumore di fondo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-01-23 00:00:00
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