Leila Gharib è un'artista completa come poche, e”Parabolabandit” è una vertigine di musica che sfugge alle definizioni.
A cosa serve la musica? A niente, risponderebbe qualche mente pratica, infondo si sa che con l'arte non si mangia. Ma a noi non frega niente di queste persone, quindi riformuliamo: a cosa serve la musica? A tante, tantissime cose, a cambiarti un minuto o una giornata o la vita, a consolarti oppure a farti piangere, a ballare, a dormire, a svegliarti... e poi serve a portarti in altri luoghi, in posti lontanissimi, anche su un altro pianeta.
La musica di Leila Gharib aka Sequoyah Tiger appartiene esattamente a quella specie aliena di musica, quella capace di farti percepire un altro mondo intorno.
“Another World Around Me” si intitola il primo brano di “Parabolabandit”, e mentre si dispiega il suo dreampop sci-fi un altro mondo, un altro universo, prende corpo e ti circonda. Un universo in cui i confini sono elastici colorati che si muovono seguendo i ritmi di una creatività che li attraversa fluida e avvicina le galassie e i panorami. Il deserto dai colori metallizzati del synth-pop di “Punta Otock” e il bosco stregato della cangiante e dolcemente aggressiva “Where Am I”, la metropoli infestata dall'hip-hop industriale di “Kill The Robber” e il salone da ballo dove debuttanti postmoderne seguono il valzer marziale che nasconde la melodia pop di “Sissi”. E poi andare alla ricerca di un posto dove la gente scompare, magari per scomparire anche noi, risucchiati dal crescendo vertiginoso del richiamo postindustriale di “A Place Where People Disappear”, appunto, e poi perdersi nei riverberi incrociati dello shoegaze-r'n'b di “Lemur Catta” e nei flash dreamy di “Cassius”, e planare nel rave organizzato da Black Fanfare per “Brother Brother”, e abbandonarsi di nuovo al sogno di un altro pianeta seguendo il moto ondoso che dà luce a “Brilliant One”.
E fermarsi un po' storditi a chiederselo di nuovo: cosa serve la musica di Sequoyah Tiger? A farti entrare nel mondo, anzi no, nei mondi, creati da un'artista completa come poche, un'esploratrice del suono, del movimento, della luce, dei sensi, una sperimentatrice pop.
A ridarti fiducia nel potere dell'arte, e scusa se è poco.
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La recensione Parabolabandit di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-10-23 00:00:00
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