"D'un tratto" è quella condanna del "cantautore indie/alternativo"
Va detto che di idee, anche a livello del ritmo che si sposa con le parole, Eugenio Rodondi ne ha, ne da vendere. Peccato che in questo "D'un tratto" non sempre vanno di pari passo con la creatività di situazioni, citazioni e riferimenti. Già perché le nove canzoni che compongono questo album, lungi dall'essere brutte o fatte male, certo non si segnalano per qualcosa di speciale. Rimangono sempre nella mediocritas da cantautore indie, qualunque cosa voglia dire, che canta piccole cose, un po' strane ma non troppo, che racconta delusioni d'amore, ma mai troppo dolorose e che si sente ai margini della società ma neppure tanto, dato che alla fine non c'è mai la disperazione di certi grandi, e isolati, esempi.
Così Rodondi in canzoni come "Consólati" fa vedere di avere frecce al proprio arco ma, alla fine, non centra il bersaglio: peccato perché la mira giusta ce la potrebbe anche avere. La prossima volta meglio controllare di più il vento e scegliere traiettorie più eccentriche no?
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La recensione D'un tratto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-05-03 00:00:00
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