Una libertà duramente conquistata da chi ha imparato finalmente ad amarsi e la racconta in modo del tutto personale anche se forse non sempre efficace.
"Gel legge" è innanzitutto un format nato sui profili social del rapper romano e che in qualche modo ha funzionato così bene per il fondatore del Truce Klan da aver inciso sui modi in cui questo si approccia al fare musica in generale. L'età avanza e sarebbe tutto sommato risultato forzoso ostinarsi a rappare per tutto il tempo con gli estremismi che caratterizzavano le strofe più hardcore di un tempo. Un processo dunque naturale e che però non rinuncia a produzioni più che attuali curate da nomi ben in vista come Star-T-Uffo e D-Ross. Il risultato è un disco dalla durata di circa 20 minuti dai suoni duri che non si risparmia affatto: «'sta roba non è pop, 'sta musica è Prozac» conferma Gel stesso in "Irish Pub". Nonostante il topic principale sia sempre più o meno lo stesso, questo viene declinato in modo abbastanza vario da risultare coeso ma non ridondante, i testi sono complessi ad un livello propriamente valoriale. Gel parla dei propri dissidi interiori, del suo modo di essere cresciuto e di come si approccia alla musica: questa è «testamento dell'anima» sentenzia in "Lingue strane". Il rapper romano è dunque a confronto con se stesso e ben si capisce da brani come "Era facile", lucida analisi del proprio passato e delle proprie dipendenze.
Nonostante questo, però, non sempre la penna del nostro è priva di sbavature: «non ho mai capito i palestrati come chi d'inverno si veste a strati, o metto il maglione o metto il giubbotto» ("La fortuna non esiste") è uno dei momenti in cui, per esempio, ben poco viene aggiunto al senso complessivo del brano in favore di una rima che fa sorridere per la sua ingenuità. Possiamo comunque dire che questa è una maturità duramente conquistata, quella di chi ha imparato finalmente ad amarsi e la racconta in modo del tutto personale.
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La recensione Gel legge angeli e demoni di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-02-16 09:00:00
COMMENTI (1)
«non ho mai capito i palestrati come chi d'inverno si veste a strati» potrebbe riferirsi a Carl Brave x Franco 126 - Medusa («Noi che d'inverno ci vestiamo a strati»)?