Disco numero venti per la Capezon Records. Che festeggia con un l’esordio di Lou Mornero.
Piccole etichette crescono. E vanno avanti per la loro strada. Una strada piena di curve, tortuosa, da percorrere senza pensarci troppo. Con romantica e sana testardaggine, in slalom tra economia di sussistenza, budget irrisori, soldi che vanno e vengono (ma più che altro vanno). La “Cabezon Records”, per esempio: creatura nata grazie all’impegno a tutto campo di Mario Vallenari (conosciuto anche come cantautore con il moniker John Mario), giunta all’invidiabile traguardo del ventesimo disco prodotto.
Quota venti la Capezon la raggiunge in compagnia di Lou Mornero, musicista milanese al suo esordio con l’omonimo EP. Cinque canzoni strette all’interno di arrangiamenti avvolgenti e cupi, immerse in un’atmosfera ovattata, messe assieme da suoni in gran parte acustici, dediti all’alt-folk, al blues, senza disdegnare un tocco di psichedelia o qualche omaggio al cantautorato tricolore. Che trova conferma nella seconda parte di “Vite strane”, vicina alle atmosfere di “Gli uomini celesti”, caposaldo di “Anima latina”, il capolavoro di Lucio Battisti. Una voce soffusa – a suo agio tra lentezze e sussurri, tra delicati arpeggi di chitarra e percussioni quasi ridotte all’osso – disegna affreschi ricchi di spleen, da godersi possibilmente all’imbrunire, retti da un’apparente semplicità (come nel caso di “OK”) ma che poi non mancano di sorprendere, di arrivare dove meno te lo aspetti (ne è un esempio il crescendo della bellissima “L’attesa”). Rendendo così l’opera prima di Lou Mornero degna di nota e di un ascolto il meno possibile distratto.
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La recensione Lou Mornero EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-05-24 00:00:00
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