Allun Onitsed 2005 - Lo-Fi, Sperimentale, Noise

Primascelta! Onitsed precedente precedente

Col loro terzo album le Allun raggiungono finalmente un livello di eccellenza che dalle parti di Rockit viene certificato con l’etichetta ‘Primascelta’. Si tratta di un riconoscimento meritato, innanzi tutto, per lo sforzo produttivo nel suo complesso e per tutto l’impegno che si è reso necessario per la realizzazione di questo disco. Che poi, chiamarlo disco è alquanto riduttivo. Si tratta infatti di una vera e propria opera multimediale, in cui la musica, per quanto importante, copre solo un ambito limitato.

La confezione si presenta come un libro fotografico di 20 pagine in cui vengono raccolte le immagini più significative delle performance, dei travestimenti e delle esibizioni che hanno caratterizzano i concerti del gruppo negli ultimi anni. Per sfruttare al meglio la tecnologia attuale, nel cd è presente anche un video-clip, ulteriore aggiunta iconografica a supporto di chi ha fatto della fantasia visiva una compendio naturale della propria musica. Menzione d’obbligo anche per lo stuolo di entità e collaboratori che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera. Tra etichette discografiche (Bar la Muerte, Vida Loca, 8mm, Galerie Pache, Burp, Frigorifero), case editrici (Zero, Topolin), gallerie d’arte (Tognon), il numero dei partecipanti sfiora la decina.

Venendo alla musica, il salto di qualità rispetto ai due dischi precedenti (“Et Sise”, 2000 e “Onussen”, 2002) è notevole. Dai loro esordi ad oggi, le Allun hanno spesso offerto musica interessante, ma il loro approccio è sempre stato amatoriale. Musicalmente analfabete, Stefania Perdetti (l’unica superstite della formazione originaria) e Natalia Saurin (curatrice anche della grafica) hanno sempre fatto affidamento sull’istinto e sulla spontaneità, seguendo in questo le primigenie orme di Lydia Lunch. La dimostrazione che la faccia tosta non è sufficiente è data proprio da questo album che, accanto ai consueti giocattoli elettronici, vocalizzi isterici e scordature di violino, affianca frasi musicali molto più pregnanti. I nuovi innesti - Silvia Grosso (Larsen e Anatrofobia), A034, Mae Starr (Rollerball) – dimostrano un gusto musicale molto più sviluppato e forniscono quel tanto di tecnica e ricercatezza che basta per il salto di qualità definitivo.

“Onitsed” si presenta come (parodia di) una sinfonia classica, con le divisioni dei brani in movimenti e il lessico tipico delle musica colta. In realtà niente potrebbe essere meno equilibrato delle Allun, come dimostra il primo brano, una filastrocca per bambini squarciata da un inquietante buco nero di rumore allucinato che inghiotte in sé ogni residuo di innocenza. Il secondo brano, “Suite n. 2 Le belle Addormentate” è di certo il fulcro dell’album. Si tratta di una vera e propria suite di 20 minuti, il cui sviluppo fluido rappresenta una sorta di viaggio nei turbamenti e nei sogni di una bambina dall’infanzia irreparabilmente compromessa, un flusso di coscienza che oscilla continuamente tra psichedelia oscura, elettronica acida, rumori concreti e trance futurista. Il terzo brano è un dialogo tra una tastiera compassata e un violino scorticato ai quali si aggiunge un canto spastico giusto per eliminare qualsiasi residuo di intonazione e assonanza siano rimaste. L’ultimo pezzo (ovviamente “enif al”) chiude in bellezza con un rumore non ben definito che si evolve al ritmo di sinistre pulsazioni: non ho idea di cosa sia, ma propenderei per un vinile rigato.

“Onitsed” è semplicemente il disco che le Allun dovevano fare, il disco che era lecito aspettarsi delle prove precedenti, ma che in pochi avrebbero osato sperare.

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La recensione Onitsed di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-04-08 00:00:00

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