Con il nome Testadeporcu si identifica una coppia di musicisti di ascendenza jazz che spesso hanno filtrato con il rock più rumoroso. I loro nomi sono Diego d’Agata, ex bassista e cantante degli Splatterpink e Claudio Trotta, già in forze come batterista in una lunga serie di complessi tra cui spiccano Deus Ex Machina (con all’attivo un cd per Cuneiform) ed Ella Guru.
La musica dei Testadeporcu si ispira decisamente ai maestri del jazz-core, quali ad esempio Ruins, Zu e Painkiller. I ritmi sono parossistici, i cambi di tempo improvvisi e le svisate di basso ipercinetiche. La formazione basso-batteria-voce, che sembra essere sempre più diffusa oggigiorno (vedi anche Lightning Bolt) dimostra di poter fare tranquillamente a meno delle chitarre per esprimere tensioni e vortici emotivi.
Il programma dei Testadeporcu si esplicita subito magistralmente con il primo brano, “Gli ultimi giorni di Jean Groix” un turbine di funk-jazz sparato a tutta che viene impreziosito da sporadici inserti di cornamuse. A partire dal secondo pezzo, tuttavia, comincia una certa routine e, per quanto apprezzabili, i virtuosismi strumentali suonano spesso fini a sé stessi. Tra i pezzi migliori segnalo soprattutto “Lofregarattorious” e “Zolle”. Massimo rispetto per il gruppo che dimostra una verve invidiabile. Meno entusiasmo suscita il disco nella sua interezza. Certo è che se ne avessero estratto un ep di 20 minuti sarebbe stato ineccepibile.
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La recensione Acciaiu di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-04-08 00:00:00
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