Il Re Tarantola Scopri come ha fatto Il Re Tarantola a fare 50.000 euro in una settimana 2018 - Lo-Fi, Indie, Alternativo

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Sfiga, sfortuna, chiamala come vuoi.

Non è vero niente. Manuel Bonzi, in arte Il Re Tarantola, non ha mai guadagnato 50.000 euro in una settimana. Certo, mancano le prove, è la sua parola contro la nostra. Però basta ascoltare il suo nuovo disco. Che parla di sfiga, sfortuna, chiamala come vuoi. Una sfiga colossale. Evocata, celebrata, esorcizzata. L’apoteosi della sfiga. Coniugata in quello che può essere definito un concept album. Un concept album sulla sfiga.

La copertina innanzitutto: un gatto nero alla guida di un auto si imbatte nel Re Tarantola mentre quest'ultimo attraversa la strada. E forse il felino si sfrega i maroni, non prima di aver maledetto il malcapitato pedone. Un’immagine efficace per descrivere il mood di dieci canzoni piuttosto esplicite in quanto a sventure e dintorni. Il Re Tarantola spiega come possa essere difficile persino vincere un Boero (figurarsi 50.000 euro...), si abbandona a considerazioni sul suicidio, sul razzismo, sull’amore, sulle chitarre scrause, sui festival punk rock, sulle contravvenzioni, sulla Valcamonica. Cita i Tre Allegri Ragazzi Morti (in “Sono un campione a ballare da seduto”), spalma convincenti teorie di economia monetaria (“Con sole 20.000 lire mi sbronzavo da paura, mentre oggi, con 20 euro, non ce la faccio neanche più a vomitare”), tira fuori dal cassetto un vecchio cimelio come “Eroina per bambini iperattivi”, comparso per la prima volta in un demo tape del 2007. Nel mezzo una densa scartavetrata di ironia, sarcasmo, cattiveria, cinismo. E la sfortuna come minimo comun denominatore. Già, il Bonzi diverte e si diverte, ma non è una novità.

Il suono che accompagna il quarto lavoro del musicista bresciano è secco e nervoso, sostenuto da chitarre sature, protagoniste di riffoni hard e da energia punk. Bella roba. Ogni tanto emergono pezzi sparsi di Ramones, di anni ’90, si capta anche un lontano retrogusto di Caparezza. Di certo si viaggia veloci, tra pezzi abrasivi e taglienti, di forte e immediato impatto, anche se c’è spazio anche per qualche (semi?) ballad, persino per un brano che sa tanto di cantautorato degli anni ’10, come la conclusiva “La maglietta di Joe Cocker”.

E per dirla tutta, “Scopri come ha fatto il Re Tarantola a fare 50.000 euro in una settimana” sembra la fotografia di una generazione disillusa, pronta a ribaltare il mondo con la sola forza della leggerezza. “Siamo bravi solo a non fare nulla e metterla sul ridere”. E via così, fino a sconfiggere la sfiga.

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La recensione Scopri come ha fatto Il Re Tarantola a fare 50.000 euro in una settimana di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-03-16 09:00:00

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