È la storia di Gloria, del suo viaggio di iniziazione, del suo vivere a metà tra amori ingestibili, depressioni e pilloloni da ingurgitare. Del teatro come ancora di salvezza, dell’amicizia con il coniglio Ray. I Giannutri scelgono il concept album, il racconto corale, la narrazione a getto continuo: non proprio la strada più semplice e nemmeno quella più usuale per un gruppo giunto all’appuntamento con l’esordio su disco. Eppure...
I Giannutri, ovvero Luca Zaminga ed Edoardo Scalco, legano “Avventure tropicali” a un suono immediato e vivace, in bilico tra pop e rock, che non disdegna incursioni tra i territori dell'America del Sud (tropicali, appunto), morbidezze e improvvisi attacchi di malinconia. Se la chitarra elettrica è spesso e volentieri in primo piano, il duo trevigiano trova il tempo per imbarcarsi nelle esplosioni di ritmo di “San Paolo”, nei groove di basso e nei sintetizzatori gentili di “Adolescent”, nelle atmosfere trasudanti new wave di “Boom boom kids”, nella rotondità, un po’ à la Prefab Sprout, di “Buenos Aires”. Un viaggio (e una storia) interessante, al netto di un finale (la pur necessaria “Bunny Rey”) sin troppo melenso. Poco male: “Avventure tropicali” rimane un disco ben fatto, all’interno del quale i Giannutri sono riusciti a condensare una spiccata freschezza compositiva e una personalità di tutto rispetto, al di là di qualche fase non del tutto a fuoco. In attesa di un’ulteriore crescita e di un futuro che, con ogni probabilità, vedrà la band veneta superare la fase del concept album.
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