Folk, elettronica, aria del nord e viaggi reali e interiori.
Come condensare spazi aperti in piccoli momenti dal gusto folk: l’aria del nord, l’elettronica misurata, il fiorire acustico di pensieri notturni e l’equilibrio di tutto in un album capace di creare atmosfere che sanno di verde e blu, assenza di confini e viaggi, reali e interiori. “Unconscious Oracle” è una continua riflessione che resta sospesa tra una voce profonda e cantautorale e le trame sonore che si fanno via via lievi accompagnatrici, sofisticate guide e navi prive d’ancora: brano dopo brano, ci si immerge nel mood di colori freddi e ton sur ton degli Snow in Damascus!, con la convinzione che sia materia densa e ricca di spunti, fluida come le masse oceaniche che ricorda, in movimento eppure sempre lì, matriarcali ed eterne.
Dalla title track che si gioca tutto sul potere evocativo di una chitarra, alle morbidezze sintetiche di “Fade Away” e alle sperimentazioni di “No Details”, fino agli abissi inesplorati di “Will”, forte e magnetica, e all’avanguardia di ballate cosmiche e imprevedibili come “Cherry Tree”, questo disco riesce a tirar fuori un’anima ben definita e molto curata, e si fa ascoltare con piacere.
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La recensione Unconscious Oracle di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-05-15 00:00:00
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