Filippo Dr. Panico è uscito col suo secondo album, "Rovinare tutto". Dispiace doverlo scrivere in maniera così aperta, ma "Rovinare tutto" non contiene buone canzoni. Dispiace recensirlo in questo modo proprio perché siamo consapevoli che dietro la realizzazione di un album c'è sempre un grande investimento non solo economico ma anche e soprattutto emotivo.
Quello che non funziona è piuttosto semplice: le canzoni sono povere di idee tanto a livello melodico quanto a livello testuale. Entrambe queste due componenti (cioè la melodia e il testo) non brillano e, così, quello che rimane in mano all'ascoltatore è poca cosa. Questo non vuol dire che una canzone è buona soltanto se ha una melodia e, insieme, un testo eccezionali, tuttavia almeno una delle due deve essere davvero forte.
Anche l'arrangiamento non è dei migliori. In alcuni momenti, infatti, sembra fare a pugni con la voce, com'è nel caso di "Carlo" in cui la scelta timbrica e ritmica alla Vasco Rossi non appare adatta. In altri momenti, invece, è davvero troppo prevedibile, come per esempio in "Prenestina" in cui l'arrangiamento vagamente cinematografico (che pur si presterebbe bene a un testo così narrativo) suona davvero troppo già sentito.
Ad ogni modo, veniamo alle canzoni. Quello che ci piace della scrittura di Filippo Dr. Panico è quando fa uso di giochi linguistici, sono questi, infatti, la sua cifra stilistica più interessante: «Marilù io ti parlavo da mò da mò d'amore disperato» (in "Marilù"), «Carlo... il futuro dimenticarlo» (in "Carlo"), semicerchi / se mi cerchi (in "Semicerchi"), «Ho imparato a pescare dai pensieri ancorato all'ancóra» (in "L'àncora").
Le canzoni più riuscite sono "Marilù" e "Piumone". La prima, anche se un po' troppo Francesco Baccini e Rino Gaetano (quello meno impegnato e più goliardico), è felicemente leggera e scanzonata, perciò si ascolta senza alcun problema. La seconda ha un testo erotico abbastanza interessante che si sposa bene con l'arrangiamento, un arrangiamento che strizza l'occhio a "Io tu noi tutti" di Lucio Battisti e, in particolar modo, ad "Amarsi un po'".
Insomma, rispetto a "Tu sei pazza", suo album d'esordio, "Rovinare tutto" appare decisamente un'opera inferiore. Riascoltando quel primo album e confrontandolo con questo sembra che Filippo Dr.Panico abbia voluto addomesticare la propria sregolatezza musicale e testuale pensando, in questo modo, di raggiungere un più vasto pubblico. Niente di più sbagliato. L'essenzialità di quell'arrangiamento e il coraggio verbale di "Tu sei pazza" sono, a nostro parere, la strada da percorrere, non quella da evitare.
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