Atmosfere lisergiche da un altro pianeta
Se si cercano informazioni sui Weird Bloom e il loro nuovo album, ci si imbatte fra le altre cose in Blisstonia, il pianeta che in un episodio dei Simpson era la “terra promessa” dei movimentariani. E Blisstonia è il titolo di un disco che attinge a piene mani a un'epoca e un immaginario in cui di culti e santoni non c'era alcuna penuria, e cala tutto in un presente distopico e realista allo stesso tempo, che viaggia fra scenari da fiaba psichedelica. L'ombra lunga dei Beatles inevitabilmente si fa sentire ammantando di sensazioni acide i labirinti, i ricami e le esplosioni sonore – quanto sono beatlesiani il titolo e il finale di “Sinking With The Jellyfish”, quanto George Harrison c'è in "Cretans Are Liars"? -, seria giocosità e giocosa serietà, incursioni nel folk a tinte celtiche (“The moose, the devil and the wolf”), e nei territori pinkfloydiani.
Seguendo la scia, lastricata di oniriche trame beat, effetti psicotropi e fantasie indianeggianti, di Tame Impala e Flaming Lips, o dei connazionali Jennifer Gentle, Julie's Haircut e The Winstons, i Weird Bloom guidano i loro brani in una missione che è di tutta la musica, ma di certe musiche lo è un po' di più: portarci su un altro pianeta.
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La recensione Blisstonia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-02-15 09:00:00
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