La completa maturazione di Mods all’interno del suo mondo dance pop riflessivo è già definita all’interno della sua seconda uscita: “Storm”.
Esistono tempeste, uragani o temporali che siano, che riescono a nascere ed evolversi all’interno del proprio animo. Come quando durante una camminata si viene colti da un improvviso acquazzone, queste tempeste interiori, se non verranno soppresse, creeranno piccole pozzanghere o grandi paludi, nonché reali ostacoli, lungo il corso della vita o della via che si sta percorrendo. Metaforiche o reali che siano dunque queste tormente, o tormenti, hanno spesso la capacità di farci fermare un momento, portandoci a ragionare in fondo, a meditare sul da farsi, voltarsi indietro e proiettarsi poi sul proprio futuro.
Con la registrazione di “Storm”, non a caso, Raffaele Monego, che artisticamente risulta conosciuto con l’alias di Mods, si pone come obiettivo quello di produrre un album tanto composito quanto da apparire figlio di una di queste introspezioni private, artistiche o personali che siano. “Storm”, nonché tempesta, è un lungo blocco di musica dance ed elettronica che riesce a far trasparire attimi di malinconia, tristezza, meditazioni e pause ma anche accelerazioni e battiti figli dell'insieme tra la musica ed i semplici testi proposti. Lento e cadenzato che sia, il groove dance di “Storm” conduce a cinquanta minuti di ascolto gradevoli ad accattivanti, poppeggianti ed elaborati alla stesso momento.
Se si pensa al fatto che il genere prettamente dance ed elettro portato avanti da Mods è ancora solamente proposto alla sua seconda uscita il risultato che ne consegue appare già come maturo e collaudato. La slowdance del precedente lp “Leaving”, ricreata tra braindance e avant-garde, è ancora più elaborata e variegata in quest'ultimo “Storm”.
Ogni strumentazione utilizzata da Mods risulta ricercata e ben registrata. Tanto e frequente risulta ad esempio l'utilizzo del vocoder, come anche le tastiere protagoniste dei candidati singoli “Wasted Nights” e “This Will Be My End”, la cassa della più lenta step di “Try it out” e “The Drug” sino alla più incalzante “Dopamine” si concludono poi col pezzo “The Darkness 2018” vagheggiante tra l’hardstyle ed il lento violento ma registrata in un’ottica pop trance moderna e di facile fruizione nell’ascolto.
La dance proposta da Mods in “Storm” dunque, che sa assaporare ed accarezzare il pop e trova in questo il suo culmine nel singolo ballad di “A Question Of Balance”, è un esempio da tenere in considerazione come riferimento per i colleghi italiani del genere, quasi ormai impossibile da ritrovare nelle classifiche e che si merita un ascolto approfondito e leggero allo stesso tempo. Nel frattempo, tutt'attorno, la tempesta passerà e finirà e si potrà riprendere la via del proprio cammino.
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La recensione Storm di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-04-06 00:00:00
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