Un mix turbolento di rock, elettronica e rabbia generazionale che si ispira alle dinamiche brutali dei videogiochi beat ‘em up di novantiana memoria.
“Il sound degli Exit Limbo nasce da persone con background diversi, per certi versi agli antipodi”: così recita il press kit del loro esordio sulla lunga distanza, formulando non solo una delle premesse forse più abusate dagli artisti emergenti in ambito di comunicazione promozionale ma preannunciando anche un modus operandi che, in altre esperienze, per la sua indole compromissoria, si è rivelato spesso foriero di sbandate.
Per fortuna, nel caso della band modenese, questo calderone di differenti sensibilità musicali – fin da subito candidamente spoilerato – sa smarcarsi da qualsivoglia fastidiosa forzatura del caso per via di quel suo mix turbolento di rock, elettronica e pulsioni industrial-tribali che si ispira curiosamente alle dinamiche brutali di quei classici videogiochi beat ‘em up di matrice novantiana, e più esattamente a quello stesso Exit Limbo uscito nel 2018 del quale questo omonimo disco confeziona la colonna sonora.
Il valore aggiunto di Exit Limbo, pur nel suo palpabile derivativismo, lo si tocca con mano (orecchio!) laddove le otto tracce in scaletta riescono a preservare tutta la loro vis impattante anche se sganciate dal companatico visivo del videogioco: che sia attraverso il post-grunge urticante di White Noise e Animal, o l’abrasivo muro di suono di Nemesis e Horrorstep o la cover pesantemente sfigurata di Mongoloid dei Devo il crossover distopico che prende via via corpo – tra N.I.N., Limp Bizkit e Audioslave – finisce per liberare senza esitazioni tutta la sua carica di rabbia generazionale, fino alla degnissima chiusura di quella Timebomb che, da sola, sembra bignamizzare in appena quattro minuti lo spirito del disco.
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La recensione EXIT LIMBO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-02-16 14:30:00
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