Folk e canzone d'autore per il debutto dei Cartabianca
Quando nasci a Genova, cresci correndo per i Caruggi e i polmoni si riempiono dell’aria “gonfia di odori” del molo, l’eredità che ti porti addosso rischia di schiacciarti. Essi, perché se nasci a Genova e vuoi fare il musicista, non puoi certo ignorare la gloriosa scuola genovese, non puoi far finta di non conoscere i vari Bindi, De André, Endrigo, Tenco, Lauzi e Paoli perché, come diceva Elio Giuliani, “Chiedersi perché Genova sia l'epicentro storico della musica d'autore italiana e fucina ineguagliabile di talenti è un po' come domandarsi perché i Beatles sono nati proprio a Liverpool e il Rock'n'Roll negli Stati Uniti ”. Tuttavia, l’estro dei fratelli Ciapica, si è saputo destreggiare egregiamente in questo labirinto. I Cartabianca debuttano con il loro “Finalmente” e il loro folk, a tratti vaudeville, potrebbe, chissà, porsi come nuovo crocevia tra la canzone d’autore italiana e il pop più spiccatamente internazionale.
E difatti il sound di “Cazzate anni settanta” ricorda molto gli America. La vivacità originale del brano si diffonderà “di brocca in brocca di bocca in bocca” e voi difficilmente resterete fermi ad ascoltarla, vi verrà voglia di battere il piede o, quantomeno, farete ciondolare la vostra testa. “L’altra storia” parte con un bell’intro di chitarre acustiche per poi dimenarsi sempre più velocemente. I Ciapica giocano con le parole, ci scherzano, ironizzano e ci prendono in giro e l’altra musa può essere tranquillamente una donna “che ha più cosce e culo e sa bene far l’amore” oppure la Musa con la emme maiuscola, la musica “quella con le note più sbagliate che però lei te le impone”. Il mood reggaeggiante e il ritornello singalong per “Domenica [cinismi da spiaggia]” anticipano la singolare e solitaria avventura del “Principe Rosa” innamorato della cinica Cenerentola con le infradito (a Genova c’è il mare, le scarpette avrebbero stonato) in un brano dal sound che fa molto Brunori Sas e che riflette anche le incertezze della società contemporanea, priva di verità assolute, dove il tempo non è galantuomo e l’amore non è la soluzione a tutti i mali. Anna è la protagonista della catulliana e danzate “Stramalodio” che lascia presto il posto a “Faccia di (s)bronzo”, un pezzo d’altri tempi, che ci lascia immaginare fumose atmosfere da cabaret d’antan. Il disco arriva piacevolmente al caffè preparato dalla “Moka” sudicia e ci racconta in maniera dimessa e ironica la vita di un bohemien con quegli archi che sembrano lontani parenti de “La domenica delle salme” di De André.
Un debutto senza dubbio incoraggiante per i fratelli Ciapica che combinano folk, canzone d’autore e un linguaggio sardonico e tagliente, senza sbavature e senza strafare.
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La recensione Finalmente di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-02-19 00:00:00
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