Stiv, rapper pisano di cui ho sentito parlare per la prima volta settimana scorsa, ha sfornato un disco divertente. Poca la vergogna se ne è rimasta dall’adolescenza: Stiv non ha timore ad attingere dalle opere di gente come Equipe 84, Renzo Arbore e Pino D’Angiò, con lo stesso gusto goliardico di chi risponde al telefono spiegando che il Dott.Thomas non è in sede. Nel libretto a corredo sono presenti, tra le altre cose, aforismi di gentaglia come Aphex Twin, D’Angelo, Thomas Bangalter e David Bowie. Tra questi, Frank Zappa: “Scrivere di müsica è come ballare di architettura”. Grazie, è vero. Infatti per evitare l’errore, scrivo mari di cazzate.
Ascoltando le parole, Stiv racconta molto di se stesso. A Stiv piace far sesso: Sex appeal, sesso a pile. Ce l'ho pure io. Ma non è che sia stato il massimo. Stiv è di sinistra: Nel 2005? Stiv dev’essere anche coraggioso. Per prima cosa però Stiv è giovane, fresco, fatto ancora di aspri alti e bassi. Vero. Bello o brutto che lo si trovi. n effetti tante cose di “Parola di vongola vol.1” fanno storcere il naso: alcuni arrangiamenti con suonicini general MIDI non azzeccati, le ritmiche dei rap studiate molto meno delle parole, una certa naïvetè globale ed un’ostentazione quasi fastidiosa di una “cultura da musicista” ( Stiv disprezza le disco, sbocca su Ligabue, Ionico Dorico Frigio Lidio… Ok, sa anche le scale modali ). Ma poi Stiv se ne esce con una frase, un campione o un ritornello cantato alla Johnny Dorelli riuscendo a strappare un sorriso, obiettivo che gli Articolo 31 non raggiungono dai primi anni ’90. Ed a quel punto ti vien da pensare per fortuna che c’è gente come Stiv, non perché abbia dato qualcosa al processo evolutivo musicale, piuttosto perché lui del processo evolutivo musicale se ne strafotte. Stiv fa quello che gli piace fare. Senza filtro, anche se poi raschia la gola, esprimendosi in modo così deciso e convinto che non gli si può dire nulla.
Probabilmente “Parola di vongola vol.1” non entrerà nella storia della musica italiana, probabilmente non entrerà neppure nella storia dell’hip hop italiano, ma chi riuscirà a dargli un’orecchio per i suoi quasi 74 minuti di durata saprà di aver fatto la conoscenza di Stiv. Secondo me è una fortuna.
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La recensione Parola di vongola di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-04-21 00:00:00
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