Irresistibilmente orecchiabile, fresco, corredato da testi non banali dai quali traspare un approccio alle cose della vita pieno di buon senso. Sono queste alcune delle qualità che contraddistinguono il secondo lavoro dei Tre terzi (Claudio Terzo: Chitarra Elettrica e acustica, Ukulele e Voce , Ferdinando Moncada: Chitarra elettrica e acustica, Pedal steal, Dobro, Armonica e Voce, Diego Tarantino: Basso, Contrabbasso, Flicorno e Voce, Nicola Liuzzo: Batteria, Percussioni e Voce), band siciliana che muove i suoi primi passi a Palermo nel 2009.
“Andata e ritorno” (questo il titolo dell’album che comprende quattordici brani originali, per un totale di circa quarantacinque minuti di ascolto musicale interamente composti dai membri del gruppo) esce all’insegna della leggerezza, del buon gusto, della qualità dell’esecuzione strumentale, dell’ecclettismo. Al riguardo è facile notare con quanta disinvoltura si muovano tutte le canzoni dell’album nel passare dal pop più raffinato al rock, dal suono tipico di certo cantautorato italiano alla melodia, anch’essa di chiara impronta italiana e mediterranea. Non mancano, in “Andata e ritorno”, neppure riferimenti più o meno diretti alla tradizione musicale americana, in special modo al blues e al country & western. A conferma di quanto finora si è detto circa la varietà delle tendenze musicali fatte proprie e sintetizzate dalla band (l’attitudine, sotto questo profilo, dei Tre terzi, risulta assai ben evidenziata qua e la nel disco in canzoni come Chi ci salverà, Piantalapianta, Mille rose, Respirerò, Poi cambierà, e anche altre) è lo stesso gruppo palermitano a certificare sui social la molteplicità delle influenze che derivano al gruppo da autori e gruppi come Beatles, Genesis, Ray Charles, Rolling Stones e anche Battiato, De Gregori, De Andrè, Queen, Led Zeppelin, Eagles, Buddy Guy, la Electric Light Orchestra e altri. È una epitome stilistica, quella che emerge dall’ascolto di “Andata e ritorno”, alla quale i Tre terzi aggiungono dosi massicce di personale sensibilità artistica che si fa apprezzare in termini di creatività, di buona perizia musicale, nella capacità, infine, di creare grandi emozioni con una musica tutto sommato semplice e priva di sovrastrutture inutili.
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