Dopo "Musica da Festa", Machweo opta per un cambio di rotta verso sonorità ancestrali.
Dopo "Musica da Festa" del 2016, un viaggio nella dance italiana degli anni '90, Machweo cambia completamente registro. "Primitive Music", pubblicato dell'etichetta americana Lefse, come fa ben intendere il titolo, è caratterizzato da una spiccata influenza di matrice etnica. Registrato in casa, a Bologna, con la collaborazione di Dario Martorana alla chitarra, Antonio Rapa alla batteria e Marco Vecchio al sassofono, è contraddistinto da una miscela di jazz, elettronica e ritmiche tribali.
Le tracce (è estremamente consigliato un ascolto in ordine in quanto il disco è stato concepito come un unico brano), hanno la lunghezza caratteristica delle suites progressive, non hanno troppi momenti d'apertura e rilassamento, l'apporto ritmico è incessante, creando una sorta di perdita dello stato vigile, quasi alla soglia del viaggio sciamanico. Ci si dissipa dentro alle ripetizioni ipnotiche, spesso presenti nel disco, in un crescendo fino all'ultima traccia, "Rituale", che termina con un cantato tra il celestiale e il liberatorio, al di sopra di un pesante motivo dagli influssi post-rock.
"Primitive Music" si potrebbe posizionare all'interno di un triangolo equilatero dove alla base abbiamo da una parte Archie Shepp, dall'altra gli Aktuala di Walter Maioli e Lino Capra Vaccina e al vertice l'elettronica di Lorenzo Senni e Floating Points. Un disco piuttosto interessante, enfatico e coinvolgente a tal punto da alterare lo stato di coscienza.
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La recensione Primitive Music di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-04-06 09:00:00
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