DayKoda Lucid Dreams 2018 - Lo-Fi, Pop, Hip-Hop

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"Lucid Dreams" è un lavoro più organico del precedente, grazie a un modus sonandi sempre più caratteristico.

In "Hard Times and View Points" avevamo lasciato un promettente Daykoda lì lì sull'orlo delle ritmiche trip hop, in quelle pastose sfumaturine che potremmo definire un po' lo-fi, un po' ambient, un po' abstract hip hop. C'eravamo detti che era una bel biglietto da visita e questo "Lucid Dreams" è un proseguimento più che naturale di quanto sentito fin qui.
Il tutto si apre con un'inedita apertura a percussioni pescate da fonti più o meno etniche; a seguire, però, un'immediata virata in favore di un'importante citazione a Flying Lotus: "The Charleston Dancer" richiama, vuoi per la ritimica o per il campione, "Never Catch Me", un riferimento costante nelle produzioni di Daykoda. Non mancano comunque gli ospiti: la giovane cantante HÅN è protagonista di "Dream Yoga" e Groundislava ne confeziona un remix in versione Stranger Things, retromania che passione. Non mancano poi momenti più rilassati con brani come "Koto" o "Tokyo Pagoda".
"Lucid Dreams" è un lavoro quindi più organico del precedente, grazie a un modus sonandi sempre più caratteristico.

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La recensione Lucid Dreams di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-05-22 00:00:00

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