In "Hard Times and View Points" avevamo lasciato un promettente Daykoda lì lì sull'orlo delle ritmiche trip hop, in quelle pastose sfumaturine che potremmo definire un po' lo-fi, un po' ambient, un po' abstract hip hop. C'eravamo detti che era una bel biglietto da visita e questo "Lucid Dreams" è un proseguimento più che naturale di quanto sentito fin qui.
Il tutto si apre con un'inedita apertura a percussioni pescate da fonti più o meno etniche; a seguire, però, un'immediata virata in favore di un'importante citazione a Flying Lotus: "The Charleston Dancer" richiama, vuoi per la ritimica o per il campione, "Never Catch Me", un riferimento costante nelle produzioni di Daykoda. Non mancano comunque gli ospiti: la giovane cantante HÅN è protagonista di "Dream Yoga" e Groundislava ne confeziona un remix in versione Stranger Things, retromania che passione. Non mancano poi momenti più rilassati con brani come "Koto" o "Tokyo Pagoda".
"Lucid Dreams" è un lavoro quindi più organico del precedente, grazie a un modus sonandi sempre più caratteristico.
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