Diretto, ben suonato e senza troppe pretese (per fortuna): SUPERINVADERS convince
Paradossalmente parlare di "Fabric of the universe" dei Superinvanders è da un lato molto semplice e dall'altro molto difficile. Molto facile perché otto canzoni che compongono il disco presentano tutte le medesime caratteristiche, essendo tutte e otto ben suonate, godibili ad un primo come ad un secondo ascolto e, perché no, che in taluni momenti smuovono perfino i piedini in qualche improbabile passo di danza. Ma, si sosteneva, è anche difficile parlarne dato che proprio questa sua omogeneità fa sì che "Fabric of the universe" sia abbastanza direttamente riducibile al discorso fatto in precedenza. Già come se ci fosse in fondo poco da dire intorno all'Lp, anche se la qualità rimane indubbia. Queste due facce della stessa medaglia sono, ma siamo pronti ad essere smentiti, sia la forza come la debolezza dell'album.
Un album ben suonato, orecchiabile e con canzoni interessanti (una su tutte "Space zombies (Kill! Kill! Kill)") ma anche con poca varietà, non molti riconoscibile in mezzo ad altri dello stesso genere e, in ultima analisi, co un po' poca anima. Insomma i Superinvanders ci fanno sì muovere i piedi ma ci portano a far funzionare poco il "melone" che abbiamo al termine del nostro collo: per il loro prossimo secondo viaggio consigliamo più peso specifico nel cesellare le canzoni e un poco meno di foga. Ne gioveremmo tutti: come in un'invasione zombie, non è chi ha il fucile a pompa più potente a sopravvivere ma chi è più scaltro e abile a sfruttare i punti deboli del nemico, no?
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La recensione Fabric of the universe di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-07-30 00:00:00
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