Porre in musica un manga del calibro, anche culturale e sociale, di JoJo è meritevole di attenzione, anche soltanto per l'arditezza dell'operazione. Questo è infatti il fine ultimo di questo "Diamante pazzo" di Andrea Lovato, un disco sicuramente molto particolare ma che non si può definire altrettanto ben realizzato. Infatti fatto salvo la lodevole, o meglio coraggiosa, iniziativa come ad un ascolto intero e anche ripetuto l'album risuoni oltremodo ridondante e disorganizzato, e per temi musicali e per ordine interno.
Ci spieghiamo meglio: fare un disco dove l'elemento vocale è iper-centrale, o comunque con un apporto musicale/sonoro abbastanza snello se non rarefatto, e punturare quasi tutto nulla narrazione/descrizione delle storie e dei personaggi cantati non è una scelta semplice. Sì è coraggiosa, anzi coraggiosissima, ma rischia di allontanare più di un ascoltatore o, comunque, di annoiarne alla lunga distanza molti di più. Ci sono tanti, tantissimi spunti, tenuti insieme dallo spiritico pirotecnico di Lovato, che pare divertirsi un mondo, ma non sempre (anzi molto raramente) tutti questi spunti sono organizzati e presentati con cognizione di causa o in modo appetibile per il grande pubblico.
Un lavoro insomma sì magmatico ma anche molto abbozzato, dove a una, letterale, marea di suoni non si accompagna (quasi) mai una visione da lontano che metta in ordine le influenze, le citazioni e i rimandi alla stessa serie giapponese, lasciando poi spazio alle proprie attitudini personali.
E invece Lovato rimane nel mezzo del guado, purtroppo, dato che da grandi fan di Jojo ci sarebbe piaciuto un album, un bell'album senza se e senza ma. E invece niente, continuiamo a preferire Hirohiko Araki e, dopo un paio di ascolti, questo disco temiamo che rimarrà là, nel ripiano più basso della nostra libreria con il rischio che prenda polvere e basta.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.