Per gli amanti del brit pop, questo disco fa per voi
Dagli ampi respiri e dalle reminiscenze melodiche dell’età indie wave anni ’80, i City Final prendono in eredità i ritmi e gli arrangiamenti leggeri del twee pop, che confluiscono nella linea guida di “Buda Hills”, traccia d’apertura che riporta alla nostalgia melodica dei Pulp o dei minori Bluetones.
In “Sea of Love” il canto impostato di puro riferimento smithsiano, si prende le sue le pause che volutamente lasciano in sospeso un ritornello semplice e di facile ascolto. Non manca l’estro chitarristico dettato dalla band di Manchester, dove in modo analogo la band capitolina costruisce abilmente suoni di chiaroscuri appesi tra le tematiche dei brani e l’estetica dei pezzi. Nonostanteall’album "Anecdotes" manchi il lato più ascetico di Morrissey, si compensa bene con una buona stesura compositiva, sempre in equilibrio con le dinamiche degli strumenti.
Se mai avesse annoiato l’andamento piacevole easy listening, va ad interrompersi con “Wharncliffe Theme”, sublimata da strofe parlate e dalla presenza dell'organo, proponendo così un elemento di drammaticità in più nel repertorio del gruppo. Sul finale non mancano le incertezze che si alternano a brani più riusciti come ad esempio il sussulto di “Night Falls Over Blok 38”, passando per la più consueta “Escape Route”, sino alla meno riuscita e incerta “The Boatman”, che non convince nonostante l’atmosfera più particolare dell’album. Un lieve calo, dove la voce stessa non sempre rimane all’altezza per tecnica e pronuncia se confrontata con l'inizio del disco.
Episodi trascurabili rispetto all’interezza di "Anecdotes", capace di calarsi bene in uno stile ancora esplorabile e da sviluppare per il gruppo di Roma, portandosi dietro quel velo britpop meno adottato dalle mode, ma senz'altro più al servizio delle canzoni.
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La recensione Anecdotes di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-06-19 00:00:00
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