“Palindromi” di Francesco Camin è un disco che illude di essere banale e superficiale, orecchiabile, un po’ cantautorale, ma anche molto pop. In realtà è un disco che parla della vita, di incontri, di fantasia mista a realtà. E lo fa con melodie leggere e contemporaneamente suoni ricercati. L’obiettivo, tra l’altro, non è banale: riavvicinare l’uomo alla natura, ritrovare ciò che è stato essenziale per la nascita della vita e ridargli il giusto valore, troppo spesso confuso e dimenticato negli affanni e nelle preoccupazioni della modernità.
Con uno stile che sembra oscillare tra i Tiromancino e Cremonini, mantenendo sempre la propria individualità, gli otto brani del disco scorrono come vento tra i capelli, come un’escursione in montagna fanno da guida lungo percorsi su strade sterrate da percorrere a piedi, che iniziano dal mare, partendo in salita e si addentrano tra gli alberi, escono fuori e aprono panorami in cui non c’è traccia dell’opera umana. E gli elementi naturali si insinuano in ogni singolo brano, mischiandosi talvolta all’artificiale, ma vincendo sempre nettamente in termini di essenzialità. Così “Tartarughe” mischia realtà e fantasia, ambienti da sogno e contemporaneità, mentre “Palindromi”, in un futuro neanche troppo lontano, prefigura il crollo degli attuali vacui valori.
“Tasche” sorprende per la metafora calzante e affascinante del luogo in cui si dimentica tutto, o dove si nasconde ciò che non si vuole far vedere, ma con la consapevolezza che solo svuotandole si possono riempire di ciò che fa star bene. “Verde”, poi, è il dominio e il colore della natura, è il contaminarsi, come il cielo invaso dal sole. E non a caso il giallo del sole e il blu del cielo, insieme, danno il verde. “Le cose semplici”, considerate a volte così banali, spesso sono le più belle, ed è stupendo stupirsi ancora del sole del mattino, dell’acqua sulla schiena, degli ipnotici granelli di polvere nell’aria, degli uccelli che cinguettano: tutte cose che si possono recuperare solo ad occhi chiusi, ascoltando il suono degli alberi e del vento, che copre ogni rumore. “Un gioco”, infine, è l’idea stessa della vita: essere come germogli, nascere e crescere, curati come oggetti preziosi.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.