Il fondatore del Calibro 35 si sgancia momentaneamente dalla band – e dalle sue amate chitarre – per debuttare in totale solitudine con una serie di plumbee composizioni a trazione elettronica, concepite come colonna sonora di un film immaginario, gigioneggiando tra passato e contemporaneità, anticaglie analogiche e diavolerie digitali.
Primo capitolo di un’ambiziosa cinquina di volumi già pianificati – ognuno concettualmente differenziato dall’altro – “Sintesi” si struttura su sei movimenti strumentali frutto di una fugace improvvisazione in studio durante la quale synth, piano, organo e vibrafono sono stati magistralmente “piegati” all’elaborazione di cupissime tensioni cinematografiche. Un perfetto dosaggio di accademia e puro istinto, dunque, che forte dei suoi filamenti krautiani (ma anche l’elettronica contemplativa di Brian Eno serpeggia indisturbata – “Sintesi 3” in primis) riesce a intrecciare tenebrosi scenari sonori che ammiccano tanto all’immenso John Carpenter (“Sintesi 2”, “Sintesi 4”) quanto al nostro Claudio Simonetti (“Sintesi 1”).
Le suggestioni cosmiche di “Sintesi 5”, che preludono allo straniante finale post-apocalittico di “Sintesi 6”, completano, infine, un ordito ambientale carico di annichilente ristagno atmosferico e minacciosa oscurità che avrebbe fatto la gioia del grande Vincent Price, oltre a ribadire, per i più distratti, l’eclettismo visionario e l’invidiabile memoria storica del musicista romano.
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