Vanillina. Matrice rock, quel rock che non disdegna affiancare a testi in italiano bordate di noise oramai naturalizzato. Eppure in apertura un piccolo origami elettronico a rappresentare un loro brano passato. Un origami piacevole e grazioso, chissà se avrà seguito, c’è da augurarselo.
Poi si parte, tra spigolature che ricordano degli Afterhours i cui ultimi ascolti siano stati dischi della No Idea Records. Il disco è fatto bene, un buon prodotto, pulito, suonato, distorsioni messe al posto giusto, melodia, testi, mestiere. E presenta episodi riusciti (a parte la “Ninfa” iniziale si può citare la successiva “Frost”).
Purtroppo però troppi brani, specie nella seconda parte, non fanno altro che esistere, star lì allineati senza riuscire a raggiungere veramente l’ascoltatore. È un peccato, date le potenzialità del gruppo e l’impegno nella realizzazione di questo “Spine”, ma il disco scema velocemente. Sarà per un'altra volta, ci contiamo.
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La recensione Spine di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-05-14 00:00:00
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