Nonostante sia l’ep d’esordio di Cristina Giustini, “Sei” sembra già un disco maturo, ben definito e sicuro nelle scelte, deciso nell’abbracciare il jazz, afferrando un po’ di soul e contornandoli con un pop pulito e leggero. E ci vuole coraggio a puntare sulla semplicità dominante di piano, chitarra e voce in un periodo in cui è tutto sempre più sintetico e artificiale. Lo stesso stile percorre con passi sicuri tutti i brani dell’ep, in cui trovano sempre spazio sufficiente musica e incursioni vocali, in perfetto equilibrio l’una con l’altra: tra derive in cui la musica la fa da padrona e chiede solo di essere ascoltata e seguita con le orecchie e altri momenti in cui la voce la sovrasta e guida i movimenti.
I testi, di cui la Giustini stessa è autrice, si adeguano alla musica, restando spontanei, semplici e diretti: “Quanto tempo è per sempre” è la domanda che assilla Alice e l’ossessione per il tempo che scorre; “Tra le nuvole” è un elogio alla fantasia e al fantasticare, ché pure se a volte ci fa apparire un po’ sbadati, è comunque una qualità; “Aria” è il bisogno di respirare un’aria diversa, lontana da qui.
Insomma, sì, “Sei” è solo un ep d’esordio, troppo breve per darne una valutazione completa, è solo l’inizio di un percorso, che però è già in grado di camminare da solo e di indicare una direzione ben precisa. L’augurio e la speranza è di migliorare ancora di più, mantenendo lo stesso coraggio e la stessa spontaneità.
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