Hard rock senza compromessi, bellicoso e granitico per l'esordio dei Let Me Kill The Mister
Si dice che gli dei, lontani e affaccendati a guardare gli uomini dalle tenebre, abbiano creato il metal e che esso non morirà mai. Si dice. Noi, tuttavia, possiamo anche dimostrarvelo. Prendete dei ragazzi, desiderosi di suonare un rock crudo, senza veli e senza compromessi, e il gioco è bell’è fatto. Arrivano da Perugia e loro sono i Let Me Kill The Mister, che tradotto suona già bellicoso ma, in realtà, l’intento primigenio è quello di omaggiare un’icona, un monumento della storia del rock, Lemmy Kilmister.
L’ep che bagna il loro debutto, “LMKTM”, diciannove minuti in toto di hard rock possente e granitico parte sparato a mille. “Let Me Kill The Mister” è una cannonata in pieno petto, impetuosa e cavalcante impreziosita da un vorticoso solo. Meno incalzante la distorta “People Rise” che lascia presto il passo a “Now That Time Is Over”, vera chicca dell’ep, drammatica e fosca, certamente la più melodica dell’intero lavoro, impreziosita, anch’essa da notevoli soli di chitarra e un basso brutalmente distorto. I bpm tornano ad alzarsi notevolmente con “We Rock Hard”, una dichiarazione d’intenti in pratica, contraddistinta da una ritmica ossessiva e incalzante. “Break Chains”, con quell’incipit di batteria che ricorda molto da vicino John “Bonzo” Bonham mentre chitarra e basso creano un potente muro del suono, chiude il primo lavoro della band umbra.
Le intenzioni della band sono buone e si sente. Il disco è corposo e sincero. Mostra l’anima della band, un’anima “cattiva”. Il gruppo, nel complesso, suona bene creando un sound diretto e massiccio, caratterizzato dall’intreccio tra le distorsioni del basso e riff di chitarra alla vecchia maniera. Tuttavia cinque sole tracce sono poche per decretare il trionfo (o l’insuccesso) di una band. La produzione, magari, di un lp ci dirà a tutti gli effetti di che pasta sono fatti.
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La recensione LMKTM di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-03-31 21:44:00
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