NAMB è un progetto neonato in casa Mescal, un acronimo dietro cui si cela una band attiva sulle scene dal 1992 che si presenta, ora, all’esordio discografico con una formazione stabile e rinnovata. Un debutto all’insegna di un rock enfatico e ridondante marchiato da una prorompente sezione ritmica, da mirabili spunti elettronici, e dalla compattezza sonora dei dodici brani proposti.
Il risultato è in pezzi come “Snake love”, “Un anno fa” “Perfect day” ed “Innocenza” che con il loro sound accattivante e commestibile evidenziano i punti di forza dell’album issandosi ad autentici manifesti programmatici.
E sono la mirabile resa sonora delle canzoni, un’ottima coesione ritmica e la forte personalità vocale del frontman (Davide Tomat) le doti migliori del disco; elementi, tuttavia parzialmente frustrati da scarsa originalità (fatto salvo per alcuni interessanti spunti: la bellissima cover di “Black hole sun” sporcata distorsioni e spunti melodici o “Fragile”: strumentale dagli intensi tratti intimisti) e da uno spettro musicale piuttosto limitato (a rischio di sfociare in noia).
Caratteristiche, queste, che allontanano i NAMB da quella ricerca sonora e letteraria che contraddistingue la maggior parte dei gruppi targati Mescal, ma che non intaccano le enormi potenzialità commerciali di un progetto che potrebbe davvero lasciare tracce indelebili sul mercato discografico.
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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-05-12 00:00:00
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