Gli Invisible Tears dovrebbero osare un po' di più
Invisible Tears è il ritratto nostalgico di un gruppo rock, che fa rock in un certo modo e purtroppo pensa che non ci sia altro modo per farlo.
Il fatto è che dal voler fare riferimenti al rock britannico "storico" (David Bowie, Beatles, ma anche nella scena più alternativa di The Shins o Band of Horses), al riproporre lo stesso suono con poche novità personali, c'è il rischio di non lasciare nessun segno. L'album manca di spunti originali, tanto che i brani non si distinguono, probabilmente anche per la volontà di realizzare un disco in lingua inglese, che oltre a non scorrere fluidamente (d'altronde è sempre difficile fare un disco in una lingua che non sia la propria lingua madre), ricorda ancora più esplicitamente la vecchia onda del brit-rock.
In linea di massima l'album scorre ed è omogeneo, ma le poche sonorità che si allontanano dal "genere portante" muoiono lì, e il disco ne risente. Per questo motivo l'album risulta ad ascolto finalizzato un po' piatto.
---
La recensione Well hidden & openly known di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-02-27 00:00:00
COMMENTI