Una buona capacità narrativa e una certa eleganza nella composizione ma senza trovate particolarmente originali
Quattro anni dopo l’esordio di “Fantautore”, Valerio Giannoni torna con “Ciechi Fantasiosi”, album vivace che prosegue e sviluppa lo stile del precedente lavoro.
Nei sette brani in scaletta, Giannoni evidenza una buona capacità narrativa e una certa eleganza nella composizione: uno stile concettualmente vicino alla canzone d’autore da cui prende spunto e da cui non si distacca mai del tutto. L’ambiente sonoro di riferimento è tuttavia quello di un folk-pop ben strutturato, che assume tinte accese nei brani più trascinanti (“Giro di vita”, “Quella mano impertinente”) ma sa calarsi in una dimensione intima di fronte ad una scrittura poetica e riflessiva (“Il tempo sulla luna”, “Paese in cinque quarti, “A gambe incrociate”).
Raccontare storie e con queste raccontare la vita: è probabilmente questo il maggior pregio del cantautore romano. A non convincere del tutto tuttavia è l’assenza di trovate sonore davvero originali che impedisce alle composizioni di conquistare fino in fondo il cuore dell’ascoltatore.
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La recensione Ciechi fantasiosi (album 2018) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-05-06 22:08:59
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