Sulla scia dei Tangerine Dream Chelindon Frame si conferma anche in "Left Blank"
Tre anni fa, all'uscita del disco precedente, avevamo parlato qui di Chelidon Frame come di uno che "ci dispensa, a modo suo e senza neanche volerlo, una sorta di trasfigurazione opprimente e infernale de Le città invisibili di Italo Calvino". Ecco, tutto gli elementi ravvisati in "Imago" ritornano oggi in "Left Blank" se possibile con ancora maggiore forza, definizione e "concentrazione" da parte dell'artista milanese. Abbiamo usato la parola concentrazione pensando, soprattutto alla terza traccia, "The Evening War" non soltanto la nostra preferita ma anche quella da cui vi invitiamo a iniziare l'ascolto, anzi l'attraversamento di questo disco. Il pezzo è un pezzo difficile certo, come del resto tutto il disco, ma definisce bene l'orizzonte sonoro e filosofico/artistico di Chelidon Frame che, ci appare ormai come abbastanza evidente, suona come "un'installazione a tema Tangerine Dream in Fondazione Prada" (come vedete noi lanciamo idee come coriandoli a carnevale). Bene sia in "The Evening War" ma anche in "High Rise" la cifra artistica è elevatissima ma, rispetto all'album precedente, la qualità media si è decisamente alzata, anche perché le registrazioni sono ottime e ad un ascolto prolungato si riescono a comprendere e scoprire molte cose celate in un primo momento. Indi per cui "Left Blank", a parte l'omonima title-track (davvero un passaggio a vuoto per la debolezza dell'ispirazione), è un disco davvero interessante e tutto da esplorare. E se anche ci capirete poco non abbiate paura: Fondazione Prada è un bellissimo "luogo dell'anima" anche se talvolta non si capisce il perché.
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La recensione Left Blank di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-13 08:08:35
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