Non sempre la semplicità paga: Artù non convince con "Vola Ale!"
Lo confesso: anche io, come voi, sono andato subito ad ascoltare la sesta traccia di "Vola Ale!" di Artù, ovvero quella in cui compare la dicitura "feat. Rino Gaetano". Infatti il ritrovamento della traccia audio originale di un pezzo rimasto inedito per 37 anni di Gaetano, avevano davvero fatto parlare molto di sé. Tuttavia questa sorta di ibrido tra la cover e il featuring può essere presa come cartina di tornasole per parlare dell'intero album di Artù: un album che non convince, anche se si presenta come onesto e sincero, dato che il cantautore romano realizza un disco senza troppi fronzoli. Peccato che questi "fronzoli" siano pure troppo pochi. Perché pezzi come "Io lei e il cane" o "Estate 3.0" presentano degli arrangiamenti leggermente kitcsh e banalotti e dei testi tutti virati verso un'intimità espressa in maniera troppo semplicistica per poter convincere fino in fondo.
Ciò porta a un album che semplifica troppo le cose, rimanendo sempre epidermicamente abbarbicato a cliché e cose già sentite, con in più un certo gusto per il cantato simil-urlato à la Rino Gaetano (guarda caso) che sicuramente non si sottolinea per originalità.
Insomma gli spunti delle canzoni di Artù potrebbero anche essere interessanti ma si perdono in una comfort zone legata al passato e con poca curiosità verso il futuro. Un piccolo consiglio: invece di applicarsi in archeologia musicale meglio osservare di più "il mondo come va". Voltaire ci ha scritto uno splendido libro: volete dire che non ne uscirebbe anche un bel pezzo? Sono convinto di sì!
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La recensione Vola Ale! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-06-06 00:00:00
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