Eterea e scura, Emanuela Ligarò in arte Gold Mass, debutta con un album dilatato e volatile nelle atmosfere, ma denso e profondo nelle intenzioni. "Transitions" si intitola, tocca tasti interiori difficili da individuare, è fatto di suoni per lo più elettronici che si basano sulle tastiere, le stratificazioni sono misurate e determinanti per creare una cifra stilistica da cantautrice nella continua ricerca di ciò che più l'aggrada, senza compromessi con l'intrattenimento.
Prodotta da Paul Savage (già al lavoro con Mogway e Franz Ferdinand), Gold Mass nasce come studiosa del suono nella sua accezione più tecnica (ingegnere del suono), studia pianoforte e scrive la sua musica in maniera sensuale e magnetica, "Transitions" è un disco femminile in ogni singola particella.
Zero eccessi, solo il necessario ma di estrema profondità, si sentono tutti i ragionamenti che nutano nelle oscure membra di Emanuela: poche note con le frequenze giuste, i bassi rotondi e giganteschi, le ritmiche minimali e una vocalità dorata come quella di Beth Gibbons, fanno di queste sue prime 10 tercce, lenzuola sonore da cui lasciarsi avvolgere senza remore.
Le transizioni sono per un essere umano momenti di cambiamento, come per qualsiasi altro essere o oggetto, il "passaggio a" determina un effetto ingnoto, anche se si crede prevedibile, questo disco se ascoltato nella maniera giusta può trasportare, verso dove sarà la vostra mente a deciderlo.
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