“Cinderella” è un concept-album che attualizza la favola dei fratelli Grimm attraverso melodie elettroniche e sintetizzate, tra pregi e difetti.
“Cinderella” è l’ultimo lavoro di Cecilia, esperta musicista bergamasca. Esce ad aprile 2018 ed è un concept-album che rivisita attraverso sette brani il tema di Cenerentola, reso famoso dalla favola dei fratelli Grimm.
È la storia di una ragazza sfortunata che fin dal primo brano, “Sorelle”, perde l’amore. Le immagini sono presagio di sventura, sono “le notti di gelo” e sensazioni corporee sgradevoli, nuvole grigie che si concentrano sul cielo della protagonista all’inizio della sua avventura. La vicenda, lungo tutti i brani-capitoli, si stende su melodie sognanti e fiabesche, come vuole il tema trattato, di musica artificiale, elettronica e sintetizzata.
“Il regno dorato e la scatola infernale”, così come “Le giovani donne” attualizzano la vicenda: la prima attraverso una denuncia del mondo virtuale e irreale in cui sempre più tendiamo a vivere, oltre che con allusioni all’insofferente razzismo dettato dal colore della pelle e a questo senso d’invasione ormai troppo diffuso (“sei la paura dell’intruso, un pensiero che repelle”); la seconda lo fa descrivendo le “giovani donne” ossessionate dalla necessità di “fare”, senza mai fermarsi.
“La luce di una stella”, brano centrale, è anche il punto di svolta, la metamorfosi illuminata di bellezza: la grazia, la cordialità, la purezza e, più semplicemente, la capacità di apprezzare un sorriso della protagonista, si accompagnano ai cinguettii di sottofondo.
“La promessa” prosegue il sentiero degli eventi positivi e, come nella favola di Cenerentola, è l’invito esclusivo al grande ballo, un evento imperdibile, speciale e riservato, a cui si può accedere solo con il “vestito ideale”: è un capitolo avvolto dalla forza della magia, che dona alla protagonista una bellezza senza pari, dove ogni singolo dettaglio del suo corpo s’illumina di uno splendore indescrivibile. L’unica condizione? Tornare prima che scocchi l’ora. Non poteva che seguire “La grande danza”, un vortice di persone e vestiti in continuo movimento, prima di arrivare a “Il regno fatato”, ultimo capitolo che è la fine e contemporaneamente l’inizio di una nuova storia: come nella favola dei Grimm è l’incontro con il principe, il ritorno dell’amore e l’entrata in un regno fatato. È il mese di marzo che riporta il sole dopo l’inverno, la neve che comincia a sciogliersi, rimanendo però sempre in un futuro incerto che apre a possibili scenari.
Insomma, “Cinderella” aspira ad essere una sorta di opera rock, un concept-album che attualizza una storia universalmente conosciuta, ne racconta la magia e la intreccia con la modernità. L’idea e l’obiettivo sono certo interessanti, ma mantengono qualche limite nella forzatura dei pur condivisibili riferimenti all’attualità e nella scarsa spontaneità delle melodie, così palesemente artificiali. La conclusione resta vaga e libera di espandersi nel mondo dell’immaginazione.
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La recensione Cinderella di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-07-19 00:00:00
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