La realtà dentro a un sogno nel nuovo album di Luca Ferraris. Tra Capossela e Bollani, un disco raffinato e dissacrante
Sentite questa. Un uomo torna a casa, affranto dalla vita, e si butta nel letto sperando di sognare qualcosa che lo tiri su. Caduto in un sonno profondo, all’istante, incontra se stesso tra i tavoli di un bar. Dopo un po' l’individuo del sogno, in tutto identico a lui, si avvicina irritato chiedendogli di rivolgere altrove quel suo sguardo invadente. L’uomo risponde che gli ricorda qualcuno di familiare e, per scusarsi, lo invita a bere. L’io della realtà conosce l’io del sogno. Di cosa parlano secondo voi? Naturale… di partite a calcetto, sesso, donne, musica e di una possibilità di fuga. Il primo in direzione del sogno, il secondo verso la realtà.
Sembrerebbe una piccola parabola senza senso; io ne faccio la libera interpretazione di un disco intelligente e dissacrante che, attraverso una continua spinta tra sogno e realtà, pazzia e amore, sorriso e pianto, giunge ai confini tra mondo materiale e onirico, in quello spazio di visione percepito solo dai matti o dai poeti. All’interno di un bar (“La pressione dei bar” è il titolo dell’album), si snodano le vite di personaggi allucinati: il fidanzato di “Teresa” che la tradisce con la nonna per tre caramelle, qualche gettone di giostra e una tv; “Saverio” che è sempre con la testa fra le nuvole perché rifugge la realtà; “Rosa dei veneti” che nasconde un terribile segreto condiviso solo con la luna; “l’erotomane” che è finito in carcere per aver molestato una giovane donna, in preda alle sue pulsioni; Albano che cerca di convincere Eva a cenare con lui e magari fare del sesso, tra discorsi annoiati e qualche bicchiere di vino (“Albano ed Eva”). Mentre la musica invade il locale, gli astanti danzano a ritmo di jazz, musica latina, folk, klezmer. E la pressione sale, non appena la malinconia lascia spazio alla gioia di vivere come in un sogno.
A metà tra Capossela e Bollani, Luca Ferraris si lancia in un lavoro raffinato in cui, musicisti messicani di grande talento, collaborano alla realizzazione di alcuni pezzi tra i migliori dell’album – “El rudo”, con la filarmonica ufficiale di CECAM, è bellissimo. Se in sogno vi capitasse di incontrare l’altra metà di voi in un bar dismesso, tra soggetti poco raccomandabili, a ritmo di musica trascinante, di sicuro non vorreste svegliarvi più.
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La recensione La pressione dei Bar di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-08-21 00:00:00
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