Ketama torna con questo "Rehab" e, infatti, abbiamo più voglia di chiedergli come sta che di cantare le sue canzoni.
A proposito di Ketama e della Lovegang, i nostri lettori lo sanno bene, siamo stati tra i primi a scriverne e a scriverne bene. Non a caso, abbiamo già definito il precedente "Oh Madonna" come un instant classic della trap italiana. A un anno di distanza, dobbiamo ammettere che mentre la proposta musicale è stata sicuramente definita meglio e s'è fatta molto personale, lo stesso non possiamo dire invece delle strofe. Intendiamoci, il problema non è l'orgoglio con cui Ketama parla di questo «niente» che lo caratterizza, lo svuota e lo annulla. Anzi, di questa pulsione di morte e di questa genuinità ne rendiamo atto e ne riconosciamo il valore. Il problema, semmai, è che come diceva Heidegger questo Niente nientifica: non c'è un guizzo lirico simili ai precedenti neanche a cercarlo con il lanternino.
Molto bene, come già detto, per le produzioni: Ketama ha sempre precisato che nel suo background ci fosse tutt'altro che il rap e questo esce finalmente forte e chiaro. Riferimenti ai Blink182, ai Black Sabbath e all'emo-rap di Lil Peep sono all'ordine del giorno e insieme alle 808, ai fiati, alle chitarre di Generic Animal e a elementi techno contribuiscono a rendere sempre più unica l'identità sonora del rapper capitolino.
La speranza è che questo "Niente", Ketama lo sfrutti come somma di tutte le sue potenzialità invece che come come scusa dentro cui infilare un paio di «ey-126-sto-coi-miei-a-bere-le-66»: non gli rende onore.
---
La recensione Rehab di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-06-19 09:00:00
COMMENTI