Un urlo sguaiato e fuori tempo (massimo). Per questo convince
Se uno fa del post-rock con venature punk non è che si debba preoccupare di essere "poco educato". Da questo presupposto devono essere partiti I Fiori di Mandy per realizzare il loro album d'esordio "Carne". Il disco in questione è un disco poderoso e con qualche guizzo interessante anche se, alla lunga distanza, rischia di annoiare l'orecchio degli ascoltatori più abituati agli orizzonti del post-rock. Eppure, tra le maglie delle varie canzoni, dicevamo, ci sono degli spunti interessanti. Prendiamo, ad esempio, "Karter", il secondo pezzo quello che, a conti fatti, ci ha più convinto.
Ecco questo è un ottimo inizio da cui partire per la band di Oristano che abbandono una certa irruenza di maniera che contraddistingue invece le altre canzoni, per abbracciare un versante più atmosferico e emotivo (non emo, attenzione) del post-rock. Questa scelta, purtroppo non perseguita in maniera così decisa negli altri pezzi, convince e la speranza (e un po' anche il consiglio) per I Fiori di Mandy e di continuare a seguire questa strada. Così facendo la loro caratura e carica di impatto sarà enormemente più forte e pervicace. Recita un antico detto: "Chi semina vento, raccoglie tempesta". Ecco allora che per crescere, forti e sani, I Fiori di Mandy hanno bisogno di meno fulmini e saette e un po' più di bel tempo.
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La recensione Carne di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-03-18 13:51:21
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