Quando all'inizio del secolo scorso, nonno Frege s'interrogava sulla distinzione tra senso e riferimento (cioè tra il modo in cui noi chiamiamo gli oggetti e gli oggetti in sé), arrivò a una conclusione piuttosto semplice: che i nomi (o le descrizioni definite) altro non sono che modi per illuminare da diverse angolazioni lo stesso oggetto, modi che ogni volta ci dicono una cosa diversa su quest'oggetto e che però non negano tutte le altre possibilità (cioè: se avete un migliore amico, potete definirlo così senza che sua madre si debba preoccupare di poterlo definire o meno come suo figlio). Ecco, in fin dei conti, Mecna con questo "Blue Karaoke" sembra voler dire proprio la stessa cosa.
Questa (diciamolo così, senza spaventarci) svolta pop è infatti quanto più personale possibile: innanzitutto per le atmosfere, più azzeccate che mai, e poi per i cantati, tutti piuttosto riusciti. C'è spazio anche per qualche ospite speciale, come Coco, Ghemon e Fibra. Mentre il primo è al pari di Mecna nella scelta delle atmosfere e sembra trovarsi più che a suo agio in "Tu Ed Io", il secondo regala ai fan un duetto in cui si parla di rap italiano ("Ottobre Rosso"), tematica centrale di questo "Blue Karaoke". A chiudere il quadretto, un Fibra in ottima forma, vero e proprio Stan Lee della sezione rap targata Universal, chiude "Hotel" con grande stile.
Dicevamo del rap italiano e di quanto sia centrale: è vero, questa volta più del solito. Se infatti la già citata "Ottobre Rosso" è già dedicata al genere, è vero anche che piccole frecciatine sono presenti qua e là comunque: il cambio di etichetta, la volontà di non riproporre l'ennesimo "Disco Inverno", la costante voglia di migliorare il proprio stile sono tutti elementi che danno da pensare al rapper foggiano. Tra ballad tristi e rivendicazioni personali, momenti più vicini all'house ("Non sono come te") e altri più vicini alla dance ("Un drink o due"), l'identità di Mecna spicca come unico denominatore. «Non ho fatto / Ancora di me / La mia cosa preferita / Dovrei lavorarci un po' su» dice in "Pratica" e noi gli crediamo: tutti quelli a cui Mecna non è piaciuto fin qui non cambieranno idea con questo disco. Va bene così.
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