Non un disco di facile ascolto, ma un punto di vista singolare e intrigante
C’è una tensione continua e un equilibrio labile dentro cui intervengono movimenti inaspettati: “Crunchy Bites” degli Studio Murena è una strada lunga da attraversare a piedi, in un tragitto in cui è sempre utile guardarsi intorno per scoprire da dove provengono tutti gli elementi.
Le tappe del viaggio sono ventisei: un numero considerevole se consideriamo il modo in cui la musica viene fruita al giorno d’oggi, ma un viatico necessario nell’ottica della continua e diversificata sperimentazione che la band lombarda tenta di proporre.
Gli Studio Murena nei fatti, pongono al centro del proprio discorso contrasti ed elementi di improvvisazione, accostando forme di nu jazz e minimalismo e dando vita ad atmosfere spesso rarefatte che viaggiano in direzioni di volta in volta differenti: dall’alt-rock (“Pale Slapo”) al jazz contaminato (“Klamper”, “Cibernetica”, “Carona”), dalle sonorità più ossessive (“PelaJuti”, “icebreakfast”) a momenti di dilatazione scenica (“Spaniols”, “SadSandlySalad”, “gross aus 9”, “Bonfanti”), dai contesti più cinematografici (“thisishowwechillfrom'93till”, “r tuo l tuo”), a quelli in cui fa capolino l’elettronica (“catadrome” “Wait-Wait!”), dai brani dalla matrice hip hop (“Demosalsa”, “Lumanca lenta”, “milkcreamStrudel”), fino a quelli della sfrenata sperimentazione (“Arrangio”).
Stimoli diversi che contribuiscono alla creazione di un’identità particolare e multiforme: “Crunchy Bites” non è certamente un disco di facile ascolto, ma un punto di vista singolare e intrigante.
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La recensione Crunchy Bites di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2019-04-01 16:06:39
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