La Colpa tornano dopo tre anni di silenzio, una pausa di riflessione oltre che un periodo di cambiamenti che, a quanto pare, ha influenzato in maniera positiva la loro musica. Ci troviamo davanti a uno di quei lieti ritorni, quando una band torna sulla scena rimessa a lucido e con nuove idee. Quello dei La Colpa è un rock sporco, a tratti sullo stoner, che potrebbe interessare anche a chi un certo genere non va del tutto a genio. Ruggente al punto giusto, ma anche all'occorrenza più morbido.
"Controumano" passa da brani più ruvidi come "Reticenza" o "Perdere tempo" (che tocca una certa attitudine punk rock) a momenti più riflessivi e quasi malinconici come "Prendimi le mani" o "Le cose che non servono", nonostante il vero punto di forza della band sembra trovarsi nei toni più rabbiosi e velenosi, per poi affievolirsi invece nei pezzi più placidi. Ma l'insieme funziona, e funziona anche molto bene. Vera chicca la traccia di chiusura "Humberto", con il suo falso intramezzo e la sua coda dalle atmosfere quasi caraibiche che spezzano la furia del resto del brano.
Il disco è un'amara riflessione sulla condizione dell'uomo di oggi, completamente perso nella dura realtà, alla ricerca di una strada da seguire, o meglio di una guida, guida che possiamo ritrovare solo in noi stessi. Cosa che il trio sta riuscendo a fare molto bene. Un deciso passo avanti per la band milanese, un lavoro simbolo di un gruppo in crescita sia personale sia musicale, un disco a cui prestare attenzione, che si ascolta più che volentieri: una piacevole e fresca novità in questo 2018 che volge quasi al termine.
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