Un disco personale, intimista, intestinale; di luce e ombra; profondo, introverso.
Una voce eterea si muove in un universo acquatico, freddo ma accogliente: questa contrapposizione è la chiave di lettura di “::interweave”, un disco intimista, morbido, ma al contempo gelido. Così che può sembrare difficile entrare nel mondo di Gimlii, giovane pescarese con già all’attivo due ep autoprodotti sotto lo pseudonimo di Lilia. In realtà, se si riesce ad abbattere il muro di ghiaccio che pone davanti a sé l’artista, ci si perde in uno spazio viscerale, si rimane come immersi nel liquido amniotico, non si ha la necessità di vedere e tutto si fa ovattato. Il disco è una sorta di percorso esperienziale all’inverso: utilizza il pretesto degli spazi aperti per scavare nell’intimo e nel profondo.
Dal punto di vista sonoro ci si muove tra ambient, synth-pop, glitch, noise ed electro, con alcuni elementi trip-hop e dub. Molto curiosa e personale la scelta di melodie che strizzano l’occhio al pop che arriva dall’estremo oriente come in “Weeping Willow”. Ci si può accorgere di influenze molto diverse tra loro: ci sono i Moderat, i GusGus, i Massive Attack, i Kraftwerk, i Röyksopp, tutti rielaborati, rivisitati e fatti propri.
Un disco personale, malinconico, intestinale; di luce e ombra; profondo, introverso. Probabilmente una delle migliori uscite elettroniche di questo 2018.
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La recensione ::interweave di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-11-05 09:00:00
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