Cercare un punto di partenza per perdersi al meglio nel nuovo lavoro del progetto Sophie Lillienne non è semplice, né consigliabile: meglio abbandonarsi senza pensarci troppo ai movimenti immaginifici di queste dieci tappe di un viaggio che ognuno può disegnarsi nella mente e su cui ognuno può tracciare una storia diversa. Che potrebbe svolgersi ovunque e in nessun luogo, a Londra come a Venezia come a Bristol – le tre città in cui è stato scritto e prodotto l'album – ma potrebbe anche essere un “Romance” ambientato in una Parigi notturna e poco turistica; potrebbe essere un cammino introspettivo a caccia dei propri fantasmi personali accompagnato dal pulsante e piovoso minimalismo dark di “Demons In”, oppure dai riverberi solenni della cattedratica “Departures”, o ancora dalla spettrale “Blue”; potrebbe iniziare con il passo morbido dell'elettrodreampop di “Unexpected” e finire nelle aperture trip-wave di “Pipes”, o viceversa, la ricerca di un rifugio fra le spire soul di “Who's The Threat” o nei rintocchi di “Ciao Amore”. Ciao, si può dire quando ci si incontra o quando ci si lascia, non ha importanza, come non ha importanza capire quale sia la generazione perduta ai cui vagabondaggi farà da sfondo questa colonna sonora, anzi non è evidentemente un caso quella S finale che racconta che in fondo tutte le generazioni sono perse, tutte umanamente alla ricerca di un punto di partenza o di arrivo, di un centro, e di una musica che possa fare un po' di luce lungo la strada.
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