Andy Fredman Pieces Of Paper 2018 - Rock, Alternativo, Britpop

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Per centrare la propria meta, dunque, non serve strafare, ma fare bene ciò che basta. Come si dice a volte, meno è meglio.

Entrare nel mondo che un artista si costruisce su misura e parlarne a chi non lo conosce non è cosa da poco, soprattutto se le sensazioni che esso suscita sono contrastanti. In questo caso ci riferiamo a "Pieces of paper" di Andy Fredman, ep autoprodotto che mette insieme sei brani cantati in inglese e accompagnati da vari strumenti e componenti, compresi un quartetto d'archi e un coro.
Il progetto artistico alter-ego del cantautore Andrea Cavedagna, firma un lavoro non del tutto definito, nonostante il tentativo di fare le cose in grande chiamando a raccolta vari musicisti e di scrivere pezzi melodici e orecchiabili. Alcuni arrangiamenti sono degni di nota, mentre la produzione potrebbe essere portata a un livello decisamente superiore. Paradossalmente, le tracce più immediate e trasversali sono le prime due, "It's only a cry" e "The Awareness", quelle in cui sono solo la voce e la chitarra a tenere l'intera scena. Appare molto più debole, invece, la parte centrale, con "The Show", a metà tra il singolone pre-natalizio di Michael Bublé e l'intermezzo di un episodio di "Gilmore Girls", e "Birth of the white king", dal sound di ispirazione esplicitamente americana, ma senza quella dose di genuinità che fugherebbe ogni dubbio sulla sua provenienza. Anche sul finale si rimane oltreoceano, tornando ad avvicinarsi ai binari iniziali tramite linee sonore quasi ieratiche, supportate da archi e pianoforte. Per centrare la propria meta, dunque, non serve strafare, ma fare bene ciò che basta. Come si dice a volte, meno è meglio.

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La recensione Pieces Of Paper di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-09-21 00:00:00

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