Se dovessimo fare una valutazione in breve di questo "I Don’t Know The Theme But I Will Kindly Dance Along" potremmo aiutarci con una rapida analisi dal punto di vista termodinamico per calcolarne l’alto potere esplosivo, dato che i Born With a Basic Goodness si impegnano per tutta la durata del demo a far brillare cariche dinamitarde senza sosta. Il disco si innesca con la prorompente "Behemoth", ma non aspettatevi niente di estremo, nessun potpourri di cacofoniche melodie figlie del caos, bensì la scuola di questa band piemontese attinge - in primis - dall’energica sfrontatezza degli Every Time I Die - con quell’inconfondibile tiro in bilico tra metalcore e southrock - per poi diramarsi verso direzioni più postcore e crossover: insomma puntando gli occhi sul periodo a cavallo tra anni 90 e 00, che spazia dai The Chariot, o mostri sacri come Dillinger Escape Plan e Rage Against The Machine. Per l’appunto una vera e propria miscela esplosiva concentrata in 15 minuti.
Un dato da portare all’attenzione, che dà lustro a questa prova d’esordio, è la tensione ritmica incessante e ben bilanciata tra groove cadenzati e ritmiche lanciate come una macchina sul quarto di miglio: riff sui quali si adagia la voce modulare di Stefano Tamiozzo - a tratti assimilabile a quella di Keith Buckley - che lascia ben impressionati, aggiungendo ancor più varietà alla dinamica dei brani; emblema di ciò i due brani a chiusura del disco. Nella sua brevità i Born With a Basic Goodness ci lasciano con un velo di nostalgia per la golden age del genere e con un pizzico di buona speranza in vista di un lavoro più corposo.
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