Grand Mal costretto a fare i conti con l'alternative rock degli Afterhours.
Sebbene si tratti di un progetto artistico avvolto dal mistero, contrariamente ai più che tangibili riferimenti musicali, il progetto firmato Grand Mal dà alla luce un ep dai tratti scuri, figlio di un’inquietudine pacata ma allo stesso tempo rabbiosa. Più di tutte è l'intensità a essere l'elemento protagonista, fondata sulla semplicità delle linee melodiche e a favore dei testi talvolta ancora un po' troppo acerbi e didascalici.
Dai toni quasi da new wave britannica, “Non ci pensare” si rifà, come buona parte delle canzoni, a uno stile vocale pressoché identico a quello di Manuel Agnelli e dalle tipiche sovraincisioni e arrangiamenti targati Afterhours. In contraddizione alla direzione del disco, “La danza di lan” passa a un altro stile, più mistico e lontano rispetto a ciò che rappresenta questo lavoro, sostituendo il vuoto lasciato dalle chitarre grunge, così fondamentali in "Sotto Controllo", con la presenza della viola. D’altra parte “Vampiri” sfocia parzialmente nel citazionismo di "Germi" con un refrain troppo legato alla più famosa “Strategie” del 1995. Nei brani restanti vengono a galla i limiti nelle strutture delle composizioni, dove perfino la delicatezza delle chitarre acustiche nelle melodie à la Moltheni rappresentano una soluzione più di forma che di contenuto.
Una maturazione necessaria a Grand Mal, che a lavori in corso, gioverebbe di una maggiore spinta di personalità focalizzata principalmente sulla propria immagine sonora.
---
La recensione Grand Mal di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2018-12-19 09:00:00
COMMENTI