Immergersi nel mondo di una musica elettronica languida e attraente risulta un’esperienza verso cui bisogna volgersi di tanto in tanto per poter coltivare al meglio la dipedenza per questo genere musicale.
Tra la sinfonia di Nicolas Jaar e Valentin Stip e l’arrangiamento multitempo di Max Cooper, Gian Paolo Fioretti, che si fa conoscere molto più agevolmente come Mux, pone i suoi lavori da solista a un oggettivo e equivalente livello compositivo che i suoi colleghi stranieri come quelli ad esempio citati hanno ormai fatto conoscere da anni.
L’ultimo concept rilasciato da Mux intitolato “Playing 4 Time” è un breve spunto musicale di soli undici minuti che però indica bene la strada maestra nello stile che il napoletano vuole improntare alla sua musica. Dal risveglio di “Awake” alla chiusura di “Evening Tide”, Mux propone un’elettronica addolcita fatta di battiti che mai risultano pressanti e troppo cadenzati. Molto spesso riproposta in chiave dispari è poi la ritmica stessa dei pezzi dove le pause ambient sono sollevate da intermezzi di archi digitali e campionature di strumenti a corda. La parte effettistica delle tracce è finalizzata in ultimo da voci sibilline al femminile cerchiate da carillon xilofono.
Tutto l’ep, che probabilmente risulterà troppo breve in durata per alcuni, ha lo scopo di accerchiare l’intero dì dell’ascoltatore dall’alba fino al sopraggiungere delle sera. Il risultato è una riuscita prova compositiva per Mux che lo pongono come un interessante produttore italiano del genere. La conferma delle sue doti musicali, moventi tra IDM ambient e slowdance, sarà comunque da sottoscrivere definitivamente non appena la sua discografia prenderà corpo in più uscite di numero e di durata.
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