Le terapie di gruppo sono modi di raccontarsi agli altri, col proprio linguaggio, in una situazione in cui il giudizio viene, diciamo così, sospeso. Facile dunque capire perché questo lavoro dei Funk Shui Project e Shorty abbia questo titolo: il cantante palermitano aveva tanto da dire e per farlo usa sì modi più canonici (il cantato, sempre di qualità e un rappato piuttosto scialato) ma non teme di confrontarsi con momenti al di fuori della propria comfort zone ("Fuori di noi" è infatti un brano trap dal sapore tutto politico). È proprio nel canto però che Shorty dà il meglio di sé, mentre i Funk Shui lo accompagnano egregiamente. La scrittura non è proprio sempre al meglio di sé (e potrebbe capitarvi di sentire di chiavi per il cuore perse in paludi dell'animo e altre amenità; sbandate che capitano se si parla d'amore tanto come in questo disco), ma è proprio nel tipo di vibe, quasi uniche per il panorama italiano, che questo lavoro dà il meglio di sé. Cercatelo per il soul e l'acid jazz, rari in questo Paese. Bravi tutti, con nota di merito per la scelta degli ospiti, sempre in grado di dare qualcosa di più ai brani.
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